giovedì 29 agosto 2013

La macchinetta che macina il caffé

Era un pezzettino di plastica che mancava. Un pezzettino di plastica che quando chiudevi si infilava in una fessura e premeva su un pulsante. Era la sicura per fare in modo che il marchingegno non venisse attivato se non a coperchio chiuso. Un paio di rimasugli di cartine pressati nella fessura son bastati a tenere premuto il pulsante nascosto, la sicura. Ora la macchina macina caffé elettrica funziona. Ho riesumato il sacchetto ormai dimenticato nella dispensa e macinato un pugno di chicchi, ignaro del fatto che un gesto simile avrebbe rilasciato in tutta la cucina una fragranza autunnale. Di quei profumi che scatenano raffiche di vento in testa, che le lasci fare perché non ti rimane alternativa e attendi l'aria limpida, i colori nitidi. Una mattinata in apnea tra odori a tempera e parole in triste compagnia di una data.

mi sa che mi bevo un altro caffé.

3 commenti:

silvia ha detto...

la prossima sarà una di quelle macchinette macinacaffè che potrebbero essere anche grattugge. legno e manopolina, alla vecchia maniera. in ogni caso, buon caffè.

Michael Sindec ha detto...

La stavo pure cercando, nella disperazione elettrodifettosa. Che poi in realtà la plastica e la meccanica del motorino contribuiscono al risultato olfattivo, ma credo sia proprio questo miscuglio che ha spinto l'autunno scorso a inviarmi una cartolina al cervello.

ps: nel captcha per inviare il commento c'è la parola "pota".

andrea echorn ha detto...

però fa vrrr...

meglio se ci metti la marmitta

e nella marmitta le salcicce

con i crauti e le patate