giovedì 23 dicembre 2010

Ricomincio dal tè

Magari riprendo a scrivere sul blog. Me lo sono detto spesso negli ultimi giorni. E magari va a finire che lo faccio davvero. E se dovessi farlo, di certo scriverei prima la faccenda delle goccie d'acqua insaponata che dal soffitto dello studio hanno scandito tre giorni di mirabolanti scoperte sul nostro palazzo. No, forse mi piacerebbe di più raccontare le ultime due sere a lume di candela per l'impianto elettrico bagnato. Oppure evito di scrivere i disagi - anche se le candele mi piacevano - e racconto delle ultime settimane qui a Valencia. Il fatto che ancora non sono riuscito a costruire la bici.. no, questo è ancora un disagio. Beh.. la mobilitazione desnatada, i comunicati dei comunicati, il blog ingranaggio, il ceffo in bici. I saharaui! No, allora mi butto sulla lotta, il capitalismo e i legami famigliari. Anzi su pratiche di quartiere, comunismo e anarchia. Oppure sulla violenza e il 14 dicembre a Roma. Uff.. troppo. Una buona idea magari sarebbe chiarire certe cose che non sono riuscito ad esprimere per estemporaneità: la musica nelle manifestazioni e la rivolta come scelta, possibilità; l'invenzione di saperi medici e l'analfabetismo di ritorno. A volte certi temi dovrebbero essere percorsi con più pigrizia, soprattutto quando vengono ad incontrarsi dizionari differenti. Forse.

Nessuna eclissi nel bicchiere del termos. Si continua a camminare e sorseggiare fino a guardare il cielo. Un litro di volte.

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