giovedì 27 gennaio 2011

Ho fatto tardi

La mattina dopo sono rimasto nel letto a pensare un sacco di cose. Mi è quasi impossibile tentarne un elenco; sono quei pensieri che si incatenano e proseguono incessantemente ad un ritmo incalzante fatto di accostamenti, riflessioni, aggiustamenti. Ricordo di essermi aggrovigliato molto sulla differenza tra un quartiere come Benimaclet e uno come Algirós. Le strade, le vie, i vicoli, i suoni, gli odori, le vite a passeggio, quelle ad attendere agli incroci, quelle ferme e basta. Esiste uno spazio urbano dedicato alla viabilità che, proprio per questo, manca ad una qualsiasi vivibilità fisica dello stesso. È spazio di passaggio, transizione, movimento, circolazione, transito, attraversamento, spostamento, via vai. Un andirivieni interminabile, in cui la sosta è sanzionata in quanto ostile al flusso, alla viabilità, alla libertà di transito. Sostanzialmente si tratta di spazi svuotati; pubblici ma in realtà di nessuno. La strada non è altro che segmento tra luogo A e luogo B. Tra punto di partenza e punto di arrivo. Poi ci pensi un po' e anche questi in realtà sono diventati a loro volta luoghi di trasito. Voilà, una vita a transitare. Tendendo ovviamente alla fluidità più assoluta: il tempo di spostamento non deve durare nulla. Lo spazio tra questo e quello deve diminuire il più possibile, essere ridotto a una manciata di secondi.

Non penso tanto all'isteria che ne viene, quanto piuttosto all'urbanismo che fisicamente viene a crearsi, producendo spazi privi di accesso, quartieri-dormitorio, apnee paesaggistiche. Benimaclet è indubbiamente più vivibile: già più a misura d'essere umano che di automobile. Algirós decisamente meno. Ma quanto urlare che fanno quelle silenziose vite passeggianti. Attraverso quel disciplinato muoversi per marciapiedi, esse non cessano mai di dare a vedere un meraviglioso bisogno d'altro.

1 commento:

Il Corpo del Potere ha detto...

Fili e linee non fanno che innestarsi in condotti programmati, calcolati. C'è un modo, una direzione ed una temporalità del passaggio. Così come una urbanizzazione minore nello spazio.